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Sei innovatore o risolutore?

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Più mi addentro nell’esplorazione del mondo e degli uomini, più mi convinco che ci siano due macro gruppi. Non necessariamente si distinguono per intelligenza, intesa come capacità di calcolo, ma piuttosto per tipologia di sistema operativo. La differenza si evidenzia sempre quando diventa necessario affrontare problemi mai avuti in precedenza. Quando esiste già un algoritmo per gestire una funzione, non resta che farlo girare e porterà sempre alla soluzione che ci si aspetta. Il problema nasce quando l’algoritmo non c’è, e bisogna crearlo per risolvere qualcosa di inaspettato. Ecco, in questo momento potenzialmente rivoluzionario, si palesano in modo inequivocabile i due gruppi. Li vorrei chiamare così: i Risolutori, e gli Innovatori.

Hanno approcci completamente diversi, i primi cercano soluzioni con l’obiettivo di aggirare l’ostacolo cambiando il meno possibile dell’architettura del sistema: quella che in gergo informatico si chiama Patch (toppa). I secondi intravedono l’occasione di rinnovare completamente l’architettura, perché il problema da risolvere ha evidenziato altri potenziali futuri disastri.

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Ci vuole intelligenza e preparazione per entrambi gli approcci, ma l’esito è totalmente diverso. Ecco, io sono visceralmente della seconda categoria. Cerco sempre il cambio di approccio, passo direttamente alla release 2.0, non faccio l’upgrade alla versione 1.95887.02 delle ore 8.25.

Come sempre, la bellezza sta nella giusta misura, quindi nessuno degli estremi è da ritenersi auspicabile. Tuttavia è abbastanza evidente che l’approccio dei Risolutori è tanto più efficace quanto più stabile rimane l’ambiente in cui opera, mentre quello degli Innovatori risulta più efficace in un ambiente che tende a mutare velocemente.

Ora la domanda è: cercando di essere il più obiettivi possibile, è ipotizzabile che il nostro ambiente (sociale) sia stabile nelle sue routine e nei suoi algoritmi che lo animano? o si tratta invece di un ambiente in continuo mutamento, in cui il cambiamento indotto dalla tecnica è talmente veloce da non consentirci nemmeno di tenerne il passo? Perché se la risposta è la seconda, mettere solo delle toppe potrebbe anche salvarci momentaneamente dai primi freddi, ma ci renderebbe impreparati al prossimo inverno.

Chiaramente, essere un Innovatore produce grandi insidie, a cominciare dalla possibile deriva in cui ogni cosa vecchia possa sembrare inutile o automaticamente desueta. Ma anche essere un Risolutore può sfociare in patologie che arrivano all’accumulatore seriale. La scommessa della civiltà sta proprio in questo: trovare la giusta misura. Il contrasto di quest’epoca che ci vuole contrapposti fra VAX e NO-VAX esplicita in modo cristallino tutte le pochezze dell’ignoranza totale. In quello che leggo non c’è quasi mai intelligenza, né dei Risolutori, né degli Innovatori. Nella migliore delle ipotesi, gli uni non vedono che l’apice del problema, ed i secondi negano invece ogni nuova soluzione.

Non so dove ci porterà questo modo di affrontare le sfide che il futuro ci riserverà, ma una cosa la so di certo: io avevo in mente tutt’altro. Sono stato smentito nelle soluzioni che speravo fossero innovative e sono state invece parziali, convulse e mai risolutive. Non posso nemmeno essere contento di aver previsto tutti i problemi e le opportunità che si sono presentate tutte esattamente così come avevo immaginato. Per chi mi ha letto in passato ricorderà che, appena scatenata l’epidemia avevo pronosticato nell’ordine:

Necessità di un certificato di guarigione e poi vaccinazione, molto prima che si ipotizzasse il green pass. (che speravo fosse mondiale)

L’inevitabile inflazione dovuta all’uso spropositato del QE (Quantitative Easing) che ha portato al 5% l’inflazione in USA e al 10% in Cina, ed in Italia è solo quintuplicata passando da 0.5% al 2.5% (e non è finita).

La scoperta anche da parte degli istituti finanziari “ufficiali” dell’universo Bitcoin (che spacciavano per schema Ponzi), per la sua peculiarità inflattiva e di riserva di valore.

Invece rimane tuttora solo una previsione (e spero non si verifichi) il tonfo totale e letale della finanza tradizionale (maxi cicli durano in genere un centinaio di anni) che continua a creare ricchezza finta, completamente slegata dalla produzione di ricchezza reale.

Come scrivevo, non sono certo felice di aver avuto ragione, sono invece molto deluso che un’intelligenza mediocre come la mia abbia visto un’opportunità incredibile per cambiare ed innovare il mondo, mentre l’intelligenza molto più ampia e densa della moltitudine abbia solo pensato alle toppe.

Il mio modo di viaggiare non è migliore degli altri, in fondo siamo tutti sullo stesso treno, ma visto che non posso guidare, preferisco comunque sedermi e guardare avanti. Voi sedetevi dove volete.

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