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‘Leggere o non leggere’? Il virus affossa il mercato del libro!

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Crollo del mercato del libro, che fa i conti con gli effetti delle misure restrittive derivanti dalla pandemia e dalla “riorganizzazione della spesa” indirizzata verso le ‘necessità primarie’ a causa del calo del Pil, gravemente compromesso dal Covid-19.

Nei primi quattro mesi dell’anno, secondo una ricerca dell’Associazione Italiana Editori (Aie), in collaborazione con Nielsen e IE-Informazioni Editoriali, il comparto ha registrato, nel solo settore della varia (saggistica e fiction), un calo di otto milioni di copie vendute e perdita di fatturato che ammonta a 134 milioni di euro.

Inoltre, “sommando gli effetti del lockdown con la caduta della domanda prevista per la seconda parte dell’anno, c’è il timore,” ha spiegato il presidente dell’Aie Ricardo Franco Levi, “che l’intero mercato del libro possa chiudere il 2020 con un pesantissimo calo di fatturato quantificabile tra i 650 e i 900 milioni rispetto ai 3,2 miliardi complessivi del 2019”.

Sempre più strategica sta divenendo la Rete, che primeggia e cresce nelle modalità di acquisto di libri, ulteriormente rinforzata a seguito delle restrizioni imposte dalla crisi del Coronavirus.


In tal modo, gli store online rappresentano oggi il primo canale di vendita dei libri con una quota pari al 47%;

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stabile si dimostra la Grande Distribuzione che si attesta attorno al 7,3%, mentre

calano ulteriormente le librerie che lamentano una diminuzione compresa fra il 66,2% e il 45%.

Insomma, al di là di modificazioni nella modalità di acquisto, logiche in tempi di restrizioni, non pare proprio che la pandemia abbia indotto più italiani a ritemprarsi con la lettura!

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