PRESIDENTE DEL PARTITO POLITICO NOSTRA ITALIA DEMOCRATICA
Stiamo assistendo ad uno scontro epocale; da un lato un sistema probabilmente all’epilogo oppure semplicemente in procinto di una radicale mutazione sostenuto da una parte minoritaria ma protetta e promossa da quella stessa mano a cui obbedisce; dall’altro una moltitudine eterogenea e disorganizzata, comunque in fase di risveglio, probabilmente non consapevole del suo numero e della sua capacità effettiva di resistenza e di rinascita.
L’imperativo è che questi due mondi non devono comunicare; devono guardarsi in cagnesco; intanto è stato eretto un muro: da una parte e dall’altra è stato raccontato o indotta l’idea che il pericolo maggiore proviene e proverrà da quelli che sono dall’altra parte (ai più attempati questa situazione ricorda qualcosa?); è stata instillata l’idea che la peggiore azione che un individuo afferente all’una o all’altra comunità possa compiere è fare “intelligenza con il nemico”. Basta che qualcuno veda due individui di parti diverse dialogare, magari amabilmente, dimostrando ancora capacità (e magari piacere) di gestire una relazione e scatta l’allarme all’interno delle due distinte comunità. Attenzione: il muro di separazione a volte spacca famiglie (marito/moglie, genitori/figli, fratelli e sorelle), comunità di lavoro, amicizie a volte storiche e profonde. Con gradualità siamo stati allontanati, disgregati e con violente accelerazioni è stato eretto il muro (d’altro canto la storia ci insegna che così si fa).
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Stiamo parlando di rapporti, di socialità, di aspetti sociologici ed antropologici, stiamo parlando di politica, di esercizio e gestione del potere; non fa alcuna differenza e nemmeno ha importanza stare da una parte oppure dall’altra. Nella nostra dimensione siamo sempre e solo masse da manipolare, gregge da condurre e ricondurre, uomini potenziali lupi di altri uomini. L’unica nostra possibilità di affrancarci da questa condizione è quella di sviluppare consapevolezza della nostra reale forza e farlo crescendo attraverso la relazione, l’interlocuzione con l’altro e gli altri, imparando a gestire la complessità; in questo modo il muro divisorio collassa ed i due greggi si accorgono non solo di essere in numero preponderante rispetto a chi finora li ha condotti e ricondotti con bastone (molto) e carota (poca) ma che, stando insieme ed imparando a stare insieme, si affrontano con più efficacia gli accidenti e le traversie che la natura ci para talvolta davanti, anzi ci si esercita a commutare quelle traversie in opportunità.
Saper stare insieme vuol dire fare politica ed imparare ad usare gli strumenti e sfruttare le occasioni che questa prevede. In questa fase complessa ed arroventata il popolo ha un’occasione micidiale: le elezioni amministrative che si tengono il prossimo ottobre che riguardano le principali città italiane; più del 20% degli italiani chiamati alle urne e l’ammucchiata dei partiti al governo terrorizzati dal responso delle urne in un momento in cui sono stati costretti (perché qualcuno glielo ha ordinato) ad accelerare ed incattivirsi.
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Sono un’occasione ghiottissima a patto che si comprenda che a restar separati si fa il gioco di chi ci ha divisi e vuole mantenerci così; a patto che, insieme, si guardi al futuro ed al benessere delle giovani generazioni; a patto che ciascuno ricominci a pensare con la propria testa e non secondo gli slogan che ci martellano ininterrottamente; a patto di volere e saper riattribuire senso a parole e concetti chiave che sono alla base del patto sociale quali: Lavoro,pilastro fondamentale della nostra Carta Costituzionale, esso, ancorché duro, è un percorso trasformativo che accompagna ciascun individuo al riconoscimento della propria dignità di essere umano, di “persona”, e conseguentemente costituisce il canale per riconoscere altrettanta dignità e valore agli altri membri della comunità, fratelli e compartecipi dello stesso percorso; Diritto,intesocome principio primo regolante lo stare insieme, l’essere comunità, non come limite/barriera tra singoli individui; Legalità; Sicurezza; Essere comunità:la società non è la somma di individui distinti ma il luogo dove si sviluppano e vengono “contenute” relazioni, istanze, bisogni, soluzioni, innovazioni necessarie alla miglior vita di tutti e di ciascuno; il valore di una comunità è di gran lunga superiore alla somma del valore dei singoli componenti; essere comunità significa saper essere inclusivi, ascoltare le ragioni e le emozioni degli altri e comportarsi strategicamente di conseguenza con lucidità, rispetto, empatia, capacità di coinvolgimento; Identità: è il nucleo profondo vitale di una comunità; è il collante e la chiave di accesso al patrimonio immateriale condiviso; Discontinuità; è evidente la necessità di una discontinuità; sancirla, disgrega immediatamente la fatiscente narrazione;Einstein diceva: “non puoi pensare di risolvere un problema restando allo stesso livello di conoscenza (n.d.r.: di profondità, di dinamica e di azione) che lo ha generato”; Respons-abilità cioè capacità/abilità di trovare risposte, elaborare soluzioni.
Queste parole chiave tracciano il perimetro ed insieme enunciano l’essenza di Nostra Italia Democratica, ne danno la cifra e la missione: un nuovo soggetto politico organizzato che sa ascoltare, sa pensare ed elaborare soluzione ed ha rispetto di sé stesso e della Comunità; sa che “è nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato”; infine, che “la creatività è contagiosa: trasmettila!” (cit. da Einstein).