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    Il “buon ricordo”!

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    Prima le persone

    Bisestile e un po’ maligno, questo 2020 è iniziato con una frenata dell’economia planetaria da far tremare i polsi. Costretti in casa per pandemie crudeli e ostinate, abbiamo assistito impotenti alle morti per coronavirus e al blocco di gran parte delle attività produttive e di tutte quelle riguardanti il mondo del sociale.

    Anche il mondo della ristorazione, particolarmente colpito dalle attuali restrizioni, cerca di resistere e ripartire, magari affidandosi ad alcune buone abitudini. Una, fra tante, è quella di rinverdire l’iniziativa del cosiddetto “Buon Ricordo”che si concretizzanel donare un piatto speciale ai clienti del proprio ristorante con l’intento di far rammentare non solo il piacere del cibo consumato ma anche l’emozione della convivialità e dell’accoglienza.

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    Tuttavia, vi sono ristoratori, ora non più tra noi, come Sergio Pagni, che oltre ad essere stato grande e apprezzato professionista, si è dimostrato ‘persona’ in tutta la sua pienezza, persona capace, a tre anni di distanza dalla sua scomparsa, di suscitare ancora, proprio in nome del “buon ricordo” umano e affettivo, emozioni e ricordi duraturi.

    Così si comprende il senso vero e profondo delle migliaia di messaggi di ricordo, autentico e accorato, che continuano a giungere in questi giorni a chi ne ha raccolto il testimone di vita e di umanità.

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