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Animali e bestie!

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“Io Tarzan, tu Jane”, recitava una storica frase pronunciata dall’intrepido “re della giungla”, Tarzan appunto, descritto dal suo creatore come un ‘eroe’  forte e un po’ primitivo, abitante di un mondo essenziale e selvaggio ingentilito, oltre che dalla presenza  di Jane, la sua partner femminile, anche dalla compagnia, non certo casuale e più che mai simbolica, di Cita, un divertente scimpanzé che aveva fra l’altro il compito di  ricordarci come Tarzan, vigoroso capostipite di una umanità senza macchia e senza paura, fosse, per eredità genetica,  anche il “re delle scimmie”,  sovrano cioè di una popolazione di animali molto simili all’uomo.

Ma quell’idilliaco e suggestivo quadretto naturalistico fa sempre più spesso da sfondo, un po’ disatteso,  a realtà molto cambiate, e non sempre in meglio.

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E’ successo, infatti, che due poveri e contemporanei scimpanzé, costretti, loro malgrado, a frequentare gli umani guardandoli solo dalle sbarre della gabbia di uno zoo (di Utrecht, in Olanda, in questo caso), si siano permessi proprio nei giorni scorsi, forse illudendosi per un attimo, di uscire dalla loro prigione, approfittando di una svista di qualche inserviente che aveva lasciato aperto il cancelletto del loro recinto.

Sia chiaro, nessuna intenzione bellicosa o aggressiva, da parte loro, nessuna minaccia per nulla e per nessuno: solo, in definitiva, un trascurabile e risibile ‘disturbo’ per i loro guardiani, peraltro approssimativi e poco coscienziosi, costretti a cercarli fra i vialetti dello zoo.

L’ora è quella delle 9 del mattino, visitatori praticamente non ce ne sono e i due poveri e innocui animali, costretti da anni in un innaturale recinto, approfittano della ghiotta occasione di poter guardare il mondo che li circonda senza il “filtro” reclusivo delle sbarre!

Così, curiosi ma anche un po’ spaventati, immaginiamo, da quel mondo che non conoscono, se non per qualche rumore che non appartiene certo ai fruscii o ai richiami acuti della foresta, si avventurano per i viottoli dello zoo.

Dopo pochissimo tempo, com’è inevitabile, qualcuno si accorge della loro fuga e lancia l’allarme.

L’evento in sé, intendiamoci, non è per nulla catastrofico o allarmante, e nemmeno del tutto imprevisto o inimmaginabile, tant’è vero che, non di rado, accade anche con animali realmente pericolosi.

Insomma, giunti a questo punto, le civili e normali procedure, in casi come questi,  dovrebbero prevedere l’arrivo di operatori attrezzati che si occupino di narcotizzare gli scimpanzé e di riportarli in gabbia, semplicemente e senza ulteriori conseguenze.

Ma le cose, ahimè, non vanno proprio così. Nonostante nessun visitatore o dipendente sia stato ferito e neppure vagamente  minacciato, “per evitare ulteriori escalation,” spiega con freddezza il resoconto ufficiale  “i due scimpanzé sono stati abbattuti”.

Abbattuti? …‘Escalation’?

Parole che hanno tutta l’aria di un maldestro e bieco tentativo di  giustificare il fatto che, per non perdere tempo a narcotizzarli, aspettando poi che l’anestetico faccia effetto (circa 10 minuti) prima di riportarli in gabbia, si è barbaramente e crudelmente  deciso di ucciderli!

Indigna poi tantissimo il pensiero che loro, i due poveri scimpanzé, semplici e sostanzialmente innocui animali della foresta, non potevano certo immaginare che fuori dalla gabbia di un moderno e attrezzato zoo del Terzo Millennio, avrebbero incontrato pericolose e spietate bestie armate!

Ma è questo  il  mondo che avrebbero voluto esplorare…

Roberto Timelli

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