Il nome è già un forte indicatore (dal latino ‘basileus’, che significa ‘re’), ma sapore e profumo sono la definitiva consacrazione: il basilico è il principe delle erbe aromatiche oltre ad essere, e non è poco, l’ingrediente di base nella ricetta del pesto genovese.
Tipico
della coltura ligure, sospesa sul mare, il basilico racchiude e sintetizza tutto il profumo e la storia di questa terra.
Origini e prestigio
Introdotto e diffuso dai Romani, che gli attribuivano importanti proprietà terapeutiche, il basilico venne particolarmente apprezzato a Genova, dove, dal XIX secolo, divenne coltura tradizionale. Ebbe particolare e grande sviluppo soprattutto nell‘area del ponente genovese, grazie anche alla successiva introduzione delle serre in agricoltura.
Il resto lo fece il basilico stesso, facendosi apprezzare per le sue eccellenti caratteristiche che hanno favorito l’affermarsi di una coltivazione specializzata in tutta la costa ligure e utilizzata soprattutto in ambito alimentare e culinario.
Certo, non sono estranee a questo processo di espansione e affermazione del basilico le favorevoli condizioni climatiche e l’instaurarsi di una forte tradizione agricola. Coltura, dunque, che si è via via consolidata in tutta la regione consacrando la vocazione dell’intero territorio per un prodotto tipico riconosciuto in tutto il mondo e che ritroviamo tuttora in alcune tradizioni, come quelle greca e araba, dove il basilico viene ancor oggi coltivato a scopo ornamentale e terapeutico.
La sua ‘culla’
Partendo, come
detto, dall’area di Genova, la zona di produzione si è espansa sia a levante
che a ponente, facendo di tutto il territorio ligure la zona ideale per
l’ottenimento di questo prodotto della terra che si differenzia dalla maggior
parte delle altre colture per una caratteristica peculiare del basilico, cioè
il forte imprinting che riceve dall’ambiente di coltivazione, e in Liguria trova
il suo habitat privilegiato risultando piacevolmente omogeneo nella qualità e
nella lavorazione al termine del ciclo produttivo.
Per fare chiarezza, va detto che il basilico tipico genovese è caratterizzato
dall’assoluta assenza di richiami al gusto di menta e presenta un profumo molto intenso e gradevole,
nonché una colorazione delle
foglie particolarmente tenue. Tutte caratteristiche, queste, indotte dalle
particolari condizioni pedoclimatiche del territorio ligure e non riproducibili
altrove.
DOP, certificazione d’origine
DOP è l’acronimo di
“Denominazione di Origine Protetta”, cioè la certificazione
comunitaria di cui si fregiano gli alimenti le cui caratteristiche sono
determinate dal territorio di origine.
Il Basilico Genovese DOP è garantito da un disciplinare di
produzione e da un sistema di controlli eseguiti da un ente autorizzato dal
Mi.P.A.A.F. che oltre a certificarlo, lo distingue nettamente dalle altre
produzioni di basilico provenienti da altre zone.
Del resto, come è stato dimostrato scientificamente, gli oli essenziali sono differenti quando il basilico è coltivato entro i confini della Liguria rispetto ad altri territori. Così, la certificazione del Basilico Genovese D.O.P. sancisce come l’ambiente mediterraneo della Liguria, unito alle tecniche tradizionali tramandate negli anni, dia origine a un prodotto inimitabile.
Le aziende produttrici di Basilico Genovese D.O.P. sono ubicate sul versante a mare della Liguria, al di qua dello spartiacque appenninico.
Proprietà benefiche
Nel verde del basilico, oltre alle vitamine C ed A, sono contenuti tre importanti minerali, potassio, calcio e magnesio, che apportano energia e ‘combustibile’ particolarmente utili per l’attività fisica.
Da qui il successo di questa gradevolissima pianta anche dal punto di vista terapeutico e come sostegno attivo della nostra salute.
Angelica Kotor