Home Il seme del dubbio Transumanesimo o illuminismo wifi?

Transumanesimo o illuminismo wifi?

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Il futuro, che “fantastico trip”.
Ne siamo tutti da sempre affascinati e poterlo immaginare lascia aperte strabilianti ipotesi e scenari.
In generale rispetto al futuro il mondo si divide in due macro-ideologie: Umanisti e trans-umanisti.
I primi sono fortemente legati, direi incatenati alla visione dell’uomo come prodotto biologico naturale migliore possibile. In sostanza hanno l’ego talmente grande da renderli incapaci di vedere oltre.
Poi ci sono i visionari transumanisti il cui ego non è inferiore in quanto a dimensioni, ma loro ci si siedono comodamente sopra.


Ciò che crea qualche perplessità è che il fine ultimo, il disegno, l’Eden per entrambi i gruppi coincida sempre con la vita eterna (o quasi). La differenza è che i primi si affidano a Dio (con qualsiasi altro nome vogliamo chiamarlo) mentre gli altri alla tecnologia.

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Le due visioni pur essendo opposte nella collocazione dell’uomo rispetto alla storia, tendono comunque a preservarne l’essenza, o l’anima. In un caso la si accetta come entità pre-gressa immortale ed incondizionata, e nell’altro la si costruisce come pro-gresso tecnologico. Per questa ragione, poiché nell’umanesimo tradizionale con tutti i suoi risvolti religiosi e filosofici è pericoloso addentrarsi senza essere facilmente e giustamente tacciato di superficialità (se non addirittura di blasfemia), vorrei sorvolare l’altro orizzonte, parlandovi di un uomo che ha azzeccato fino ad oggi parecchie previsioni, e che scommette su un futuro transumanista. Quindi potrete insultarmi lo stesso, ma dopo.


Per iniziare definiamo transumanesimo come un movimento culturale che sostiene l’uso delle scoperte scientifiche e tecnologiche per aumentare le capacità fisiche e cognitive e migliorare quegli aspetti della condizione umana che sono considerati indesiderabili, come la malattia e l’invecchiamento, in vista anche di una possibile trasformazione post umana. (fonte:Wikipedia)
Prima di addentrarmi oltre, vorrei tranquillizzare chiunque abbia avuto distorte informazioni sul qualsiasi relazione fra questo movimento con gruppi nazisti o di supremazia razziale. Come sempre, chi non ha vesti di spessore culturale adeguate, indossa e fa proprie quelle altrui nel tentativo di ripararsi dal gelo generato dalla propria ignoranza.


Arriviamo ora al personaggio misterioso e alle sue gesta, prima ancora che alle sue previsioni.
Chi ha vissuto come me la passione del musicista live negli anni 90, è impossibile che non abbia memoria delle tastiere Kurzweil (ancora nel mercato). Tutti all’epoca ci siamo chiesti come si poteva dare un nome così difficile ad una tastiera.


Oggi scopro che tutto nasce da un’amicizia del sig. Raymond Kurzweil con Stevie Wonder. Molti anni prima, precisamente il 13 gennaio del 1976, Stevie ascoltando la radio udì un discorso letto artificialmente da una macchina con riconoscimento ottico dei caratteri (OCR). Si trattava dell’ultimo sviluppo tecnologico di cui Ray Kurzweil è stato un pioniere. Stevie acquistò l’apparecchio per ovvie ragioni e i due diventarono amici. Questa amicizia negli anni seguenti spinse Stevie a parlare con Ray delle enormi possibilità dell’elettronica negli strumenti musicali. Nel 1982 fondò una nuova società e due anni più tardi produsse il primo pianoforte sinth così realistico da sembrare un pianoforte vero ed entrare nella storia. Nel corso degli anni con l’avanzare della tecnologia continuò ad innovare rendendo tascabile la sua macchina per leggere, e successivamente ne sviluppò un’altra per dettare, usata dai medici per redigere i referti automaticamente.


Comincia a delinearsi una figura alquanto ecclettica in grado di intuire le potenzialità offerte dalla tecnologia. In seguito Ray si dedicò sempre di più al “potenziamento” delle facoltà umane per sopperire a patologie o menomazioni invalidanti, fondando anche la Kurzweil Educational Systems. (fornendo soluzioni di alfabetizzazione, per coloro che hanno differenze di apprendimento o disabilità)


Questo approccio pragmatico da un lato, e molto proiettato al futuro dall’altro, lo ha portato a diventare uno dei più rispettati “futurologi” viventi. La sua teoria (legge dei ritorni acceleranti) riprende la famosissima legge di Moore secondo cui l’aumento della capacità di calcolo dei microprocessori segue una progressione geometrica (non lineare) raddoppiando ogni 18 mesi. In parole povere si comporta come il Covid 19 con poco distanziamento sociale. L’intuizione di Raymond fu quella di proiettare in questa progressione l’incremento dell’intelligenza artificiale (AI) e non solamente alla capacità di calcolo. Seguendo questa previsione, secondo Raymond, nel 2045 arriveremo alla Singolarità Tecnologica in cui l’intelligenza artificiale supererà quella umana. Naturalmente detta così sembra un’ipotesi alquanto bizzarra, ed il personaggio è senza dubbio bizzarro di suo, arrivando ad affermare che riporterà in vita il padre col DNA. Tuttavia, nonostante qualche scivolone da fanta-horror, è appurato che l’86% delle previsioni fatte da Ray intorno al 1986 si sono rivelate esatte. Altre, non sono sbagliate, per ora(!), è solo troppo presto per verificarle, compresa la rinascita del padre Fredric (sul serio?).
Alcuni esempi
•    Nel 1998 un computer avrebbe battuto l’uomo a scacchi, ciò avvenne addirittura nel maggio del 1997 quando Deep Blue (IBM) batté il campione del mondo Garry Kasparov in diretta TV.
•    Entro il 2000 molti documenti sarebbero stati solo su PC o Internet.
•    Predisse che Internet sarebbe esplosa non solo in termini di utilizzatori, ma soprattutto di potenzialità per contenuti, commercio, istruzione, finanza.
A leggerlo adesso ci fa quasi sorridere, bella scoperta, lo sanno tutti. Peccato che quando lui scrisse queste previsioni i più fortunati di noi sognavano il Commodor 64, ed Internet, grazie al Dipartimento della Difesa USA, contava solo 4 nodi (quattro!!!) rispettivamente uno in Norvegia, uno in UK, uno in Germania ed infine uno in Italia (all’università di Pisa). Per una volta non siamo stati gli ultimi, ma quel vantaggio si è fermato lì.
Quello su cui vorrei porre l’attenzione non è la veridicità o meno delle fantastiche previsioni del nostro eclettico amico, quanto piuttosto sulla nostra capacità di “digerirle” in anticipo. La nostra coscienza da anni è decisamente più lenta del nostro tempo.


Ognuno di noi penso ritenga favoloso poter ridare mobilità a chi ha subito amputazioni, magari con la possibilità di ritornare a percepire il tatto con un arto meccanico. O ridare la vista a chi l’ha persa o mai avuta. E fin qui, tutto bene ed in buona parte auspicabile. Ma che succede se al nuovo braccio o gamba potremo dare forza sovrumana realizzando uno scenario che il tubo catodico (evoluto nel frattempo pure lui) ci ha già proposto più volte, a cominciare dal mitico Lee Majors col suo uomo da sei milioni di dollari? Perché mai dovremmo ritenere questa possibilità NON ETICA. Come ho affermato più volte la morale è figlia dei tempi che la generano, e il nostro è un tempo governato dalla tecnologia. Esattamente come ora (dopo qualche scaramuccia) è ritenuto plausibile ricorrere alla fecondazione in vitro per procreare, aumentando, anzi alterando completamente le stesse fondamenta della Natura, allo stesso modo non sarà possibile in futuro limitare queste “derive” tecnologiche. È bene? È male? Rispondere ora alla domanda ha poco senso. Non ne abbiamo coscienza. Sarebbe come chiedersi se ci piace la minestra senza volerla assaggiare. Vedere ora degli scarafaggi che ci galleggiano sopra ce la farebbe apparire disgustosa e inavvicinabile, appunto, ora. Ma domani? Sembra oramai assodato che gli insetti saranno il cibo del futuro… Io continuo a preferire l’ipotesi “erbivoriana”.

E comunque il nostro amico Ray non ci prova nemmeno a farne un tema etico, ma solo ed esclusivamente evolutivo (scientifico). Afferma in modo del tutto coerente che nel momento in cui un’intelligenza artificiale potrà essere più performante di quella umana, all’uomo non resterà che servirsene per aumentare la propria, ed impedire di essere tagliato fuori dall’evoluzione della specie, che a quel punto non sarà più “solo” umana ma Transumana. La logica non fa una piega, direi che è in linea con l’approccio illuministico di Francis Bacon (Bacone) che identifica nell’approccio scientifico l’unico vero metodo per arrivare alla conoscenza. Se da un lato quindi la direzione è senza dubbio quella della “singolarità tecnologica” che coinciderebbe con l’inizio di una nuova era, dall’altro è doveroso dire che esistono molte critiche sulla sua reale attuabilità. La più rilevante insiste nel sostenere che la direzione, appunto solo la direzione, punta a questo scenario, ma non lo raggiungerà mai, riducendosi quindi ad un vano tentativo “asintotico”.

In conclusione, dove arriveremo è impossibile saperlo ora. Tuttavia in accordo con qualche personaggio del calibro di Elon Musk, e del compianto Stephen Hawking, credo sia opportuno porsi il problema per non arrivare totalmente impreparati e doverci tappare naso ed ingoiare a forza una sbobba indecente. Io infatti, fedele al mio spirito vagabondo, preferisco violentare le mie papille gustative da ora, ed iniziare ad assaggiare e magari insaporire una nuova minestra, piuttosto che lasciare questo mondo con lo stomaco vuoto ma con una mentina in bocca. Dopotutto quando sei morto, l’alito non conta un granché.

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