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Energia, accorgimenti e ‘legno’: risparmiare si può!

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Le bollette energetiche, sia a livello nazionale sia quelle ‘familiari’, sono sempre più pesanti e invadenti nell’ambito dei rispettivi bilanci di competenza. Al punto da richiedere sempre più spesso la necessità di rivedere o “riqualificare” edifici e impianti per renderli meno “sciuponi”.

Per capire meglio quali siano le strade che si possono attualmente percorrere in merito al ‘risparmio energetico’ abbiamo interpellato un autorevole operatore del settore, Giancarlo Balzer, titolare dell’azienda bergamasca ‘Energy20’ che si occupa, per l’appunto, di risparmio energetico.

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Balzer.  Per prima cosa vorrei mettere un po’ di ordine nell’universo che va sotto il nome di “risparmio energetico”, che è una denominazione generica di un settore che, al contrario,  va indirizzato e specializzato per ogni singolo canale. In particolare, dobbiamo distinguere, in fase operativa, fra un residenziale generico e le grandi strutture residenziali, come i condomini più articolati e le grandi strutture in generale per le quali abbiamo studiato e realizzato una specifica  modalità di approccio.

Ecco allora che “Energy20” si presenta come una azienda che si “apre a ventaglio” per affrontare con modalità proprie e specialistiche ogni singolo canale riguardante il risparmio energetico.

D. Questa  sua attività, quindi,  è disposta su tre “canali” specifici e differentiche. Possiamo iniziare entrare nel merito del primo?

Balzer. Certo. La prima, che è poi anche il marchio commerciale dell’azienda,  costituisce l’ingresso e il “cappello” che sta su tutte le attività relative al risparmio energetico.

E’ a questa ‘sezione’ societaria, ben distinta, che compete la valutazione più allargata, che parte dall’edificio, quindi non solo dall’aspetto  impiantistico, perché è evidente come la strutturazione dell’immobile possa influire sulla tipologia di impianto da studiare e applicare. Insomma, non dico nulla di nuovo se ricordo che  edifici vecchi ed edifici nuovi siano molto diversi e richiedano anche tecnologie diverse in merito agli impianti più adeguati alle loro caratteristiche.

Fatta la valutazione complessiva del fabbisogno energetico dell’”involucro”, che è appunto l’edificio, noi proponiamo soluzioni che tengano conto sia dell’aspetto riguardante il riscaldamento sia  di quello che si riferisce all’acqua sanitaria e, se richiesto dal cliente, anche del cosiddetto “raffrescamento”.

Questi tre aspetti possono richiedere soluzioni diverse in funzione di eventuali destinazioni e utilizzi diversi degli edifici, come ad esempio  per gli hotel, ai quali è più opportuno, per esempio,  proporre un solare termico per l’acqua calda sanitaria mentre invece per un residenziale possiamo pensare a una pompa di calore, più adatta a questa tipologia di edifici.

D. Ma il solare termico, non era l’impianto di riscaldamento dell’acqua sanitaria per eccellenza?

Balzer. Diciamo che, in seguito ad una normativa mal interpretata, per un certo periodo il ‘solare termico’ ha goduto di una grande accoglienza e diffusione, ma attualmente possiamo accedere a tecnologie che sono più avanzate e applicabili agli stabili  ad uso residenziale con interessanti vantaggi anche nei costi.

Non dimentichiamo, tuttavia, che pur trattandosi di tecnologie che nascono da  studi ed elaborazioni tecnico-scientifiche nell’ambito della  termodinamica, le variabili sono davvero molte e possono determinare risultati e indicazioni molto diversi fra loro.  Insomma, come diciamo spesso noi progettisti, “dipende”…

D. Dipende dalla tipologia di richiesta e dalla situazione che vi trovate ad affrontare?

Balzer. Certo, non escluso l’aspetto economico, e questa è una valutazione che solo il cliente può fare.

Ecco allora che quell’indeterminato “dipende” diventerà, nel corso delle nostre analisi, una precisa valutazione di sistema.

D. Bene. Il secondo canale societario a che cosa si rivolge?

Balzer. La seconda branca di attività, che si chiama “La casa delle nuove energie”, è una struttura orientata al settore residenziale con particolare riferimento a soluzioni singole o specifiche di un impianto richieste dal cliente che desidera, per esempio, il solare termico piuttosto che la pompa di calore o altro ancora.

Nel complesso, possiamo pensare che la nostra attività sia sostanzialmente suddivisa al 50% fra condomini e industrie da una parte e il cosiddetto ‘residenziale’ dall’altra, anche se in realtà si tratta di una ripartizione più commerciale che reale e di competenze.

Va da sé, del resto, che ogni progetto mescoli un po’ i contenuti che riguardano teoricamente “Energy20” e “La casa delle nuove energie”.

D. A questo punto devo chiederle quale sia l “terzo canale” di attività…

Balzer. Il terzo è il settore delle case in legno lamellare  che sta riscuotendo un grosso successo e si chiama “Case x-lam”. Queste “case” vengono prodotte  soprattutto in Austria e nel Trentino, dove ci sono produttori molto qualificati.

D.  Qual è la caratteristica del vostro lavoro riguardo a case così particolari come quelle in legno?

Balzer. Intanto dobbiamo premettere che queste sono case già di per sé a bassissimo costo energetico: perciò si tratta semplicemente di decidere di volerne una per sé. Pensi che queste abitazioni consentono di superare i plus garantiti dalle tecnologie più innovative del momento. Mi spiego meglio: consideri che attualmente le nuove case vengono realizzate con un riscaldamento che parte dal pavimento tenuto a bassissima temperatura utilizzando, per lo più, una pompa di calore alimentata da un fotovoltaico. Questa è la tipica configurazione considerata innovativa dal punto di vista energetico. Nelle case in legno, il fabbisogno energetico è talmente basso che basta poco più degli apporti gratuiti, cioè noi stessi con la temperatura corporea e il Sole, per poter riscaldare. Insomma, è suffuciente una ventilazione con un minimo apporto di calore per garantire un’ottima vivibilità sia d’estate che d’inverno.

D. Da “consumatore” di energia, direi che queste sono le case che dovremmo cercare di realizzare tutti…

Balzer. Effettivamente è così e i vantaggi non sono davvero pochi. Pensi che la rapidità di realizzazione è straordinaria con cantieri che restano aperti pochissimo, diciamo attorno ai quattro mesi…

D. La domanda mi viene ovvia: perché non vi è una grande diffusione di queste costruzioni?

Balzer. Direi che si tratta più che altro di resistenze culturali e magari, come accade nel nostro territorio, economiche, nel senso che  i bergamaschi sono per tradizione installatori e costruttori edili in senso tradizionale e non è facile contrastare la convinzione che questa tipologia di case tolga lavoro al territorio. In realtà non è così e l’X-lam è solo un materiale che sostituisce il “vecchio” laterizio mentre tutto il resto (“cappotto”, impianti ecc.) resta uguale alle costruzioni più tradizionali.

A Foppolo, tanto per fare un esempio importante, è stato realizzato un grande Hotel: non dimentichiamo che questa tecnologia consente comunque di arrivare anche a 4 o 5 piani di altezza…

Roberto Timelli

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