Sponsorizzato da
Home Politica La sindrome del roditore!

La sindrome del roditore!

0
107
Sponsorizzato da

Mentre la nostra amata Terra, da Polo a Polo, sta tentando di far fronte ai cambiamenti climatici, anche violenti, indotti dall’uomo e dal suo cieco egoismo, quello del “tutto, qui e subito”, il Bel Paese e i suoi abitanti si stanno rendendo protagonisti di una modificazione sociale ed economica di portata epocale: da “buongustai lasagnofili e sugaioli” stiamo divenendo tutti, chi più chi meno, roditori.

Sarà colpa dei grassi saturi, celierà qualcuno, o forse, più probabilmente, dell’abbassamento della qualità della vita causato, così dicono, da crisi definite planetarie o, peggio ancora, da devastanti e irrefrenabili pandemie! Crisi, tuttavia, che sembrano trovare nel tessuto produttivo e finanziario italiano nicchie di persistenza e di virulenza senza fine, nel senso che le nostre lunghissime fasi di flessione economico-produttiva tendono a finire proprio quando iniziano nuovamente i cicli negativi di altri Paesi, soprattutto i Paesi importatori fondamentali per la nostra stabilità.

Quale sia il risultato diventa così drammaticamente ovvio. Stante la strutturale dipendenza della nostra economia, basata su trasformazione ed esportazione, dal traino e dal benessere proprio di quei Paesi, ecco che, senza reale soluzione di continuità, finita una fase critica gelosamente nostra e solo nostra, entriamo a testa bassa e con la velocità del lampo nelle altrui crisi per svolgervi, come accade da molto tempo, il ruolo non proprio ambitissimo ed esaltante del perenne affannato, di chi cioè è intento a rincorrere a testa bassa e con poca lucidità l’evanescente e irraggiungibile chimera della “ripresa”.

Ecco, allora, fare capolino e acquisire sempre maggiore importanza una endemica, anche se non proprio esaltante, modalità socio-economica ben nota in Italia: quella, come dicevamo, del roditore che mordicchiando con pervicacia e assoluta determinazione tutto quello che trova, cerca di rimediare un pasto fra un facilitatore che non c’è (o che, se c’è, non sa che cosa facilitare), e un “nero” che non è, almeno in questo caso, il migrante africano di turno bensì il classico e mai dimenticato lavoretto all’italiana, alla fine del quale, come si dice, “una mano lava l’altra” e insieme uccellano il Paese.

Buona fortuna, Italia!

Sponsorizzato da

Roberto Timelli

Sponsorizzato da

Nessun commento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui