È il 2025 e, nonostante l’avanzare del tempo e l’evoluzione delle aspettative dei viaggiatori, entrare in certi alberghi italiani, soprattutto in Lombardia, è ancora come fare un salto indietro nel tempo. Non nel senso affascinante del “vintage”, ma in quello più desolante del “vecchio e fatiscente”. Parliamo di quegli arredi che hanno visto decisamente troppe stagioni, tessuti macchiati, materassi sfondati e mobili che sembrano pronti a cedere sotto il minimo tocco. E mentre il mondo del turismo corre veloce, con nuove tendenze e l’esigenza di offrire esperienze sempre più curate, molte strutture sembrano ancorate a un passato che, onestamente, non rende onore alla rinomata ospitalità italiana.
In questo scenario, il Bando “STRUTTURE RICETTIVE STORICHE E DI QUALITÀ – 2025” per arredi e complementi si presenta come un’opportunità quasi salvifica, o forse, l’ultima chiamata per molti. Destinato alle PMI strutture storiche e di qualità in Lombardia, questo bando offre un’agevolazione interessante: un contributo a fondo perduto del 50%, fino a un massimo di €30.000, per un investimento minimo di €20.000 finalizzato all’acquisto e all’installazione di nuovi arredi. Le domande apriranno il 1° ottobre con procedura valutativa a sportello.
Certo, è un’iniziativa lodevole che mira a dare un po’ di respiro a chi ha voglia di investire nel futuro. Ma viene da chiedersi: era davvero necessario arrivare a tanto? Non è forse un segnale preoccupante che si debba ricorrere a bandi specifici per spronare un settore, quello alberghiero, che dovrebbe avere l’aggiornamento costante come priorità assoluta?
La polemica nasce spontanea. Quanti albergatori hanno aspettato un’agevolazione per rimettere a nuovo ambienti che, a dirla tutta, avrebbero dovuto essere rinnovati anni fa per il semplice decoro e rispetto del cliente? È inaccettabile che, nel 2025, un viaggiatore possa ancora imbattersi in camere che gridano vendetta per la loro obsolescenza. L’immagine dell’Italia, patria della bellezza e del design, viene irrimediabilmente intaccata da strutture che non sono all’altezza.
Il bando esclude le imprese in crisi e quelle già beneficiarie di un altro sostegno, il che è comprensibile. Ma resta la domanda: quante di quelle “strutture di qualità” che il bando intende sostenere hanno davvero mantenuto la loro promessa di qualità negli anni, senza mai toccare un mobile?

Se entrare nel tuo albergo ti fa pensare più a un set cinematografico degli anni ’80 che a una moderna struttura ricettiva, forse è il caso di cogliere al volo questa opportunità. E se le pratiche burocratiche ti spaventano, o semplicemente non sai da dove iniziare per dare una ventata d’aria fresca ai tuoi ambienti, il suggerimento è di contattare Laura Maccapanni. Professionisti come lei possono fare la differenza tra un’opportunità colta e l’ennesimo anno in cui i tuoi ospiti dormiranno su materassi che hanno visto giorni migliori.
Questo bando è un’ancora di salvezza, ma anche un monito. Il settore dell’ospitalità non può permettersi di dormire sugli allori, o peggio, sui divani sfondati degli anni ’80. È ora di investire seriamente nella qualità, non solo perché c’è un bando, ma perché è ciò che i clienti meritano e ciò che l’immagine del nostro paese richiede. O forse, per molti, sarà solo un’altra occasione persa, condannando le proprie strutture a un inesorabile declino.











