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Un gigante e il suo tempo: Alcide De Gasperi

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Ieri, 19 agosto, è stato il sessantaseiesimo anniversario della morte del grandissimo Alcide De Gasperi.

La sua statura etica e politica si staglia con maggior evidenza nel nostro tempo, così povero di figure di riferimento, così banalizzato da una tecnologia spersonalizzante e normalizzante nell’ottica di un’imposizione, strisciante e subdola, del pensiero unico ateo, relativista e moralmente aberrante.

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Come non ricordare l’inizio del suo intervento alla conferenza di Parigi: “Prendo la parola in questo consesso mondiale e sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me: è soprattutto la mia qualifica di ex nemico, che mi fa ritenere un imputato…”

Ripercorrere gli ultimi due anni della sua esistenza potrebbe essere un contributo alla comprensione del declino e del travaglio di un grande partito pietra miliare della nostra Repubblica.

Correva l’anno 1953.

Alcide De Gasperi è segretario  della Democrazia Cristiana, ma nel partito di maggioranza relativa non si sono ancora placati gli strascichi della“Operazione Sturzo” che, l’anno precedente, ha contrapposto  De Gasperi a Pio XII:Proprio a me, un povero cattolico della Valsugana, è toccato dire di no al Papa?1

Giuseppe Pella è presidente del Consiglio.

I risultati del “Piano Marshall” sono ormai piuttosto visibili, l’Italia è in piena ricostruzione ed i boom economico era alle porte.

La tragedia degli esuli giuliano-dalmati si è ormai consumata.

E’ in vigore la legge che introduce il premio di maggioranza alla Camera per il partito, o la coalizione, che avesse ottenuto più del 50% dei voti.

Alla vigilia di Pasqua viene ritrovato il cadavere della ventunenne Wilma Montesi sorella della fidanzata di Piero Piccioni, figlio di Ugo Piccioni, ministro degli Esteri e delfino di De Gasperi.

Il 7 giugno si tengono le elezioni politiche.

Il Blocco di Centro guidato da De Gasperi ottiene il 49,80% dei suffragi.

Per una manciata di voti la cosiddetta “legge truffa” non viene applicata.

Nel dibattito in seno alla Democrazia Cristiana si connotano sempre più marcatamente le diverse visioni politico- sociali.

Vi sono tre centri: uno che guarda a sinistra (Fanfani); un altro che guarda al centro (De Gasperi) ed un altro ancora che guarda a destra (Scelba).

All’età di settantadue anni De Gasperi rassegna le dimissioni del Governo nelle mani del Capo dello Stato.

Il 6 ottobre il giornale scandalistico Attualità riporta alla ribalta la morte di Wilma Montesi, che, secondo voci mai controllate sarebbe morta, forse per overdose di droga, forse per un semplice malore durante un’orgia, in una villa del marchese Ugo Montagna.

All’orgia avrebbe preso parte il musicista Piero Piccioni.

Da questo momento il caso Montesi non è più un caso giudiziario, ma diventa un affare politico.

La morte della ragazza scatena una enorme faida mediatico-politica per la conquista del potere interno alla DC.

Travolto dalla vergogna per il rinvio a giudizio del figlio, Ugo Piccioni lascia sia il dicastero degli Esteri sia la politica.  2

Correva l’anno 1954.

Amintore Fanfani è il nuovo Segretario nazionale democristiano.

De Gasperi deluso ed amareggiato si ritira nella sua casa a Sella in Valsugana abbandonando la vita politica ed il 19 agosto 1954, alle prime ore dell’alba, muore circondato solo dalla sua famiglia.

E’ la solitudine dello sconfitto, lui che per tanti anni, prima e dopo il fascismo, era stato uno degli uomini pubblici più in vista della vita pubblica italiana.

Con lui si spegne non solo un fondare della Repubblica ma, soprattutto, colui che ha ridato dignità ad un’Italia distrutta, umiliata e smarrita.

Con Adenauer, Shumann e Spaak ha dato vita, due anni prima, alla CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio) gettando le basi per l’Europa del futuro.

La sua morte suscita commozione in tutti gli italiani, tanto che in moltissimi vanno al suo funerale per dargli un ultimo saluto.

Corre l’anno 2020.

Viviamo in un’Europa che ha tradito i suoi padri fondatori.

Apparteniamo ad un’Italia che ha perso il valore d’essere Patria.

Molti nostri connazionali sono terrorizzati non solo da una pandemia ma da governanti imbelli, incapaci e, salvo poche lodevoli eccezioni, incolti ed indegni dei ruoli che ricoprono.

Cosa direbbe e farebbe Alcide De Gasperi  in questi frangenti?

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